lunedì 27 ottobre 2008

1° Teologico: La Creazione

Appunti dell'incontro teologico
del 17 ottobre 2008
Con don Cesare Pagazzi


TEMA: LA CREAZIONE


Il primo degli incontri teologici, che quest’anno sono incentrati sul tema della Creazione, si è aperto con una domanda: “È importante credere in un Dio creatore?”
Ci siamo chiesti se consideriamo la Creazione un aspetto fondamentale del nostro credo al pari del sacrificio di Cristo.

Monica è intervenuta dicendo che considerare l’aspetto creativo di Dio è di conforto in quanto permette all’uomo di ritenersi simile a Dio.
Don Cesare ha obbiettato affermando che non solo l’uomo è creatura di Dio ma anche gli altri esseri lo sono: sono questi dunque da ritenersi “a immagine e somiglianza” del Creatore?
Per Giovanni, Dio ha avuto in mente di creare l’uomo già dal primo giorno della Creazione e ha innanzitutto preparato un ambiente dove farlo vivere.
Ripensando alla lectio del venerdì precedente, Christian ha osservato che l’uomo, come Noè, ha bisogno di un suo mondo con cui relazionarsi.

Dopo queste riflessioni introduttive, ha preso la parola Don Cesare.

Credere in un Dio creatore è importante ed è conferma di ciò la professione di fede che viene pronunciata durante la Messa.

Nelle Scritture, la Creazione viene presentata sostanzialmente in due modi:

  1. Creazione come ordine;

  2. Creazione come lotta.


1. Creazione come ordine

Il libro della Genesi (Gn 1) presenta l’episodio più conosciuto della Creazione.
Si osservi, innanzitutto, che Dio crea secondo uno schema ripetitivo e triadico:

  1. Dio dice;

  2. Avviene la creazione;

  3. Dio osserva che ciò che ha creato è cosa buona.

Dio crea dunque attraverso la parola e lo sguardo, osservando alla fine la sua creazione.
In questi capitoli non si parla di creazione dal nulla; si fa piuttosto riferimento al caos, cioè ad un’entità che si presenta invivibile, contro la vita stessa, una “stanza troppo piena” in cui non è possibile abitare. Possiamo immaginare questo caos iniziale come uno spazio ricolmo d’acqua.
Dio fa ordine in questo caos separando i vari elementi. La separazione è un aspetto fondamentale nella Creazione della tradizione ebraico – cristiana ed è il modo attraverso cui viene costituito un ambiente abitabile per l’uomo.

La Creazione si svolge su sette giorni ed è facilmente rintracciabile l’elemento della separazione:

Primo giorno

Creazione della luce

E Dio vide che la luce era buona e separò la luce dalla tenebra”.

Secondo giorno

Creazione del cielo

Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento da quelle che sono sopra il firmamento.”

Terzo giorno

Creazione della terra emersa

Le acque che sono sotto il cielo si accumulino in una sola massa e appaia l’asciutto.”

Quarto giorno

Creazione del firmamento

Vi siano delle lampade nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte”

Anche l’uomo è stato creato (sesto giorno) per separazione tra maschio e femmina ed è da sottolineare come l’uguaglianza con Dio è valida per la coppia e non per il singolo.

Molto probabilmente il libro della Genesi, e in particolare quest’episodio, è stato scritto da sacerdoti durante l’esilio, quando il Tempio di Gerusalemme era stato distrutto. Essi osservano come la separazione tra gli elementi del creato rispecchi la norme con cui era stato costruito il Tempio, come ad esempio la distinzione degli spazi riservati agli uomini e alle donne. Il mondo viene dunque visto alla stregua di un grande Tempio. In questo senso si noti come in altri episodi dell’Antico testamento, la Creazione viene riferita come la costruzione di un edificio e Dio risulta essere fisicamente impegnato.


Da Giobbe, cap. 28:

1 Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine: 2 Chi è costui che oscura il consiglio con parole insipienti? 3 Cingiti i fianchi come un prode, io t'interrogherò e tu mi istruirai. 4 Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza! 5 Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la misura? 6 Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, 7 mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio? 8 Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando erompeva uscendo dal seno materno, 9 quando lo circondavo di nubi per veste e per fasce di caligine folta? 10 Poi gli ho fissato un limite e gli ho messo chiavistello e porte 11 e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».


Dal Libro dei Proverbi, cap. 8:

22 Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora.
23 Dall'eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. 24
25 prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. 26 Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; 27 quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull'abisso; 28 quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell'abisso; 29 quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra, 30 allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; 31 dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;


Salmo 104:

Tu stendi il cielo come una tenda, 3 costruisci sulle acque la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento; 4 fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
5 Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare.

[…]

e scorrono tra i monti; 11 ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete. 12 Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo, cantano tra le fronde. 13 Dalle tue alte dimore irrighi i monti, con il frutto delle tue opere sazi la terra. 14 Fai crescere il fieno per gli armenti e l'erba al servizio dell'uomo, perché tragga alimento dalla terra: 15 il vino che allieta il cuore dell'uomo; l'olio che fa brillare il suo volto e il pane che sostiene il suo vigore. 1617 Là gli uccelli fanno il loro nido e la cicogna sui cipressi ha la sua casa. 18 Per i camosci sono le alte montagne, le rocce sono rifugio per gli iràci.
Si saziano gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati.


In quest’ultimo brano si può notare come Dio non si occupi soltanto di ordinare il caso iniziale, consegnando una casa agli esseri che popolano la terra, ma si premura anche di fornire loro da mangiare. Con la Creazione, Dio esprime la sua prima intenzione: fare una casa per ogni essere vivente, senza la quale non potrebbe vivre, in cui “l’agnello vivrà con il lupo”.


2. Creazione come lotta

Nella Genesi si fa riferimento alla Creazione anche come una lotta contro il caos, rappresentato essenzialmente dall’acqua. In alcuni episodi si parla della lotta di Dio contro mostri acquatici (“« In quel giorno, con la spada dura, grande e forte, Il Signore, visiterà Leviathan, il serpente tortuoso, e ucciderà il mostro che è nel mare. » da Isaia 27).

Così come accade spesso a noi, anche Per Dio la forza si misura durante uno sforzo; si prenda come esempio la creazione della luce: l’idea iniziale è quella di creare la luce, separandola dalle tenebre. Dio decide di creare, vincendo la pigrizia e lo stato di indecisione, simboleggiato dall’oscurità iniziale.

La riflessione del filosofo Luigi Pareyson può essere di aiuto per comprendere la Creazione. Egli riflette sul concetto di nulla primordiale, definito come un insieme di possibilità che si elidono a coppie. In una situazione di indecisione come questa, a un certo punto prevale una delle due opzione nel momento in cui viene presa una decisione, grazie alla libertà di cui gode l’individuo.

Dio, essendo onnipotente, ha avuto la possibilità di scegliere tra esistere e non esistere (si noti che per Pareyson la massima onnipotenza consiste nella possibilità di autodistruggersi). Dio si è sottratto allo stato di indecisione, in cui avrebbe potuto vivere comodamente, e si è” messo in gioco” diventando Bene. I mostri acquatici contro cui lotta sono simboli dell’indecisione e della comodità.

Possiamo concludere affermando che Dio è Amore perché a voluto esserlo e rispondere alla domanda iniziale: “È importante credere in un Dio creatore?” L’Amore di Dio non si mostra solo in Cristo ma anche nel mondo; è Gesù stesso a dire di osservare il Creato per accorgersi che esiste un Padre, il quale si preoccupa delle sue creature e da loro da mangiare. In questo senso si noti la preghiera del Padre Nostro, in particolare il verso “dacci oggi in nostro pane quotidiano”, con cui l’uomo chiede nutrimento.


In chiusura dell’incontro, è sorta una questione: come devono essere intese le catastrofi?
Una prima risposta potrebbe essere che la distruzione è un modo per creare ma ci si continua a chiedere il motivo di tanta violenza con cui spesso la terra viene scossa. Si tratta di una domanda lecita per un Cristiano, il quale non deve accettare la spiegazione fisica del fenomeno naturale come unica e soddisfacente. Lo stesso Cristo in croce si chiede “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Cristo diventa, però, esempio per tutti. La lotta iniziata da Dio con la Creazione è ancora aperta ma è stata già vinta è un sentore di questa vittoria è la sconfitta della morte con la Resurrezione del Figlio. Come poter combattere? La risposta può essere trovata nel cap. 12 della lettera agli Ebrei, in cui questa lotta viene paragonata a una maratona.

1Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. 3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo. 4Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato 5e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli:

Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui;
6perché il Signore corregge colui che egli ama
e sferza chiunque riconosce come figlio
.”


Chiara Tanelli

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