giovedì 5 marzo 2009

4° Biblico: Gesù e la Cananea

Il “personaggio minore” affrontato in questa lectio è "la cananea" o "sirofenicia", narrata dal Vangelo di Matteo al capitolo 15 e dal Vangelo di Marco al capitolo 7.

Secondo le scritture il Messia è inviato dal Padre per radunare solo "le pecorelle perdute della casa di Israele"; nella letteratura profetica emerge anche che in un secondo momento Gerusalemme risplenderà di gloria, e tutti i popoli confluiranno in essa, senza distinzioni.

Per questo gli Ebrei ritenevano di essere gli unici titolari della salvezza; Gesù nella sua umanità e nella sua condizione di Ebreo osservante, riteneva di essere giunto esclusivamente per loro. Infatti in Matteo 10,5 Gesù indica agli Apostoli delle istruzioni per annunciare la sua parola: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani. Rivolgetevi piuttosto alle pecore disperse della casa di Israele".

Ma… avviene l’evento! Dall’altra parte del lago di Galilea, terra pagana, una cananea supplica Gesù lungo la strada, ed egli non le rivolge neanche la parola.

I pagani erano infatti considerati impuri dagli ebrei; questi, per non divenire a loro volta impuri, non potevano neppure rivolger loro la parola.

Quando perciò Gesù le parla usa espressioni durissime: "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Con questa dura affermazione Gesù dà del cane alla donna (cane era storicamente l'insulto riservato ai pagani) e ribadisce quanto già detto sulla salvezza del popolo d’Israele.

Ma la cananea che è comunque spinta dalla forza della fede risponde: ”Sì, Signore; ma anche i cagnolini si nutrono delle briciole che cadono dalla mensa dei loro padroni”. Come a ribadire: ”Ma anche ai cani spettano gli avanzi”. E così la donna viene esaudita.

Con questo incontro Gesù modifica il suo approccio nei confronti dei pagani, estendendo anche ad essi la salvezza e l’annuncio della sua parola. Infatti a questo evento segue la seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci (in terra pagana).

Non occorre scandalizzarsi dell'atteggiamento iniziale di Gesù: egli infatti, nella sua umanità, era immerso nel contesto culturale dell'epoca. La sua natura divina non significa che avesse fin da subito tutto chiaro: anche lui compie un cammino, grazie al quale scopre la volontà del Padre su di lui.


Giovanni Galmozzi

1 commento:

Anonymous ha detto...

una delle piu' belle rivelazione che il Cristo ci abbia potuto dare come insegnamento non bisogna trascurare e disprezzare nulla. Il signore ben sapeva... la difficolta' e l'umilta' di quella donna gia' dal principio

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