domenica 1 novembre 2009

Lettere da Milano: Crisi dell’economia, rinascita della buona tavola

“Lettere da Milano”
Crisi dell’economia, rinascita della buona tavola


I quotidiani di ieri riportavano due notizie che apparentemente potrebbero sembrare molto lontane dall’essere adoperate insieme per una riflessione.

La prima notizia era riportata nelle pagine dell’economia e occupava solo un breve spazio: McDonald’s chiude in Islanda.

La nota catena di fastfood ha infatti deciso di chiudere i suoi tre ristoranti sull’isola a causa della crisi finanziaria che ha colpito pesantemente anche il Paese, svalutando la moneta locale e creando di conseguenza seri problemi alle importazioni. Il direttore i McDonald’s Islanda ha infatti dichiarato che se prima si potevano avere ampi margini di guadagno con l’importazione di carne, ora sarebbe impossibile, per sopperire ai costi, vendere un hamburger a meno di 6 euro, prezzo che supera i 5,75 euro dell’hamburger più caro in assoluto venduto in Svizzera dalla stessa catena.

La seconda notizia riportata soprattutto nelle pagine dedicate alla Regione Lombardia, è ce la Col diretti ha inaugurato una rete capillare di contatti, presenti sul proprio sito, con le aziende agricole dove è possibile acquistare i prodotti locali a un costo notevolmente inferiore rispetto alla grande distribuzione e con un occhio particolarmente attento alla genuinità e al biologico.

Apparentemente lontane; proprio in questo nostro spazio, circa un anno fa, trattammo l’argomento “crisi economica” domandandoci come fosse possibile che un chilo di pane costasse in rapporto quasi quanto un telefono cellulare.

La risposta è anche in queste due notizie, chiudono i fastfood, economici (fino adesso) ma malsani, veloci ma incapaci di creare l’armonia della tavola. E la famiglia riscopre la spesa dal contadino, perché è più economico, più sano, più divertente.

E’ un ritorno, un gradito ritorno. Quindi, per quanto possibile, anche in questa crisi cerchiamo di cogliere l’aspetto positivo, la buona notizia. Questa lo è.

Andrea Ripamonti

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