domenica 20 ottobre 2013

I° Biblico: profezie sulla venuta di Cristo


Appunti dell'incontro biblico del 11/10/2013 con don Cesare Pagazzi

In quest'incontro viene spiegato l'excursus del percorso biblico di quest'anno fucino, ossia le citazioni di compimento dell'Antico Testamento che i Vangeli (Nuovo Testamento) fanno, riferite a Gesù.
Le profezie inserite nei Vangeli dagli evangelisti, sono da considerarsi un incoraggiamento per il lettore: quello che è stato predetto dai profeti, è accaduto.
Il primo brano che viene analizzato lo troviamo nel Vangelo di Marco e precisamente in Mc 1,1ss.
Piccola parentesi, il Vangelo di Marco è il più antico e viene scritto intorno l'anno 50 d.C.
Marco inizia il suo Vangelo così: "Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio". "Inizio" in greco si traduce con "arché" che ha un duplice significato, vuol dire:
- Inizio.
- Criterio.

Nell'inizio del Vangelo di Marco c'è un criterio che è portare la Buona Notizia. Marco vuol dire al lettore che il suo vangelo, è un libro di buone notizie.
Si può considerare Mc 1,1 la quarta di copertina di un libro ossia anticipa al lettore quello che tratterà.

Il termine "Vangelo" ha tre significati:
- Buona Notizia.
- Libro.
- Linguaggio protocollare dell'impero romano (nell'impero romano veniva utilizzato il "linguaggio protocollare" dell'imperatore che stava a significare : quello che dice l'imperatore è sempre una buona notizia).

Si continua l'analisi con Mc 1, 2-3:

Come sta scritto nel profeta Isaia:
« Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri'...»

Marco cita il profeta Isaia e la citazione più antica risalente al 550 a.C la si trova in Is 40, 1-3 ( “ Una voce grida").

"« Consolate, consolate il mio popolo
- dice Dio,
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida ( riferimento preso da Mc in Mc 1,3):
« Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perchè la bocca del Signore ha parlato».
Una voce dice: «Grida»,
e io rispondo: «Che cosa dovrò gridare?».
Ogni uomo è come l'erba
e tutta la sua grazia è come un fiore del campo...." ( Is 40, 1-6)

In Is 40,1-6 Israele si trova in esilio in Babilonia sotto il dominio di Nabuccodonosor e Isaia “ consola" il suo popolo portando la buona notizia e cioè che la schiavitù sta per finire perché verrà un liberatore (Ciro) a savarli.
Ma non sempre le buone notizie vengono accolte e per questo Isaia venne ucciso dagli Israeliti ( venne segato in due).
La profezia di Isaia, si avverò.

Marco all'inizio del suo Vangelo vuol dire al lettore: non uccidere chi ti porta le buone notizie ma ascoltalo.

L'evangelista però citando il profeta Isaia in Mc 1,2 ( "Ecco, dinnanzi a te io mando il mio messaggero :/ egli preparerà la tua via") fa un errore perchè il riferimento dell'Antico Testamento è del profeta Malachia (cfr Ml 3, 1-3).
La citazione di Malachia risale al 515 a.C, Malachia scrive perchè alcuni israeliti (non tutti) tornano a Gerusalemme e ricostruiscono il tempio distrutto da Nabuccodonosor ma il loro intento porta il male.
Il male è sadico (fa male all'altro) e masochista ( fa male a chi lo causa).
Rispetto all'angelo descritto da Malachia ( Ml 3,1) che è focoso, per Marco l'angelo è il Giovanni Battista e lo descrive così (Mc 1, 6-7):

" ...Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: « Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo»."

Marco avvisa il suo lettore che il suo vangelo è come il fuoco: da un lato "scalda" ma dall'altro "brucia", può dare fastidio, può urtare.

Caterina Pezzoni

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