Chi era S. Benedetto da Norcia? Che cosa ha fatto di così importante? Attorno a queste domande si è svolta, sabato 15 dicembre presso l’abbazia di Pontida (Bg), la giornata di studio per i gruppi Fuci della Lombardia.
Ci ha aiutato a scoprire la vita e le opere di questo santo il prof. Alessandro Ghisalberti, docente di “Storia della filosofia medievale” e di “Filosofia teoretica” all’Università Cattolica di Milano, supportato dal nostro don James che tra l’altro collabora con il prof. nella stessa università.
Mentre la mattinata è stata dedicata all’esposizione del professore, il pomeriggio è stato speso per la discussione nei gruppi; ovviamente nel mezzo c’è stato il pranzo perché, anche se non di solo pane vive l’uomo, senza quello non vive proprio.
Ma cosa ci siamo portati a casa da questa giornata? Facciamo una sintesi di quello che è emerso: S. Benedetto (480-550 ca.) si trovò ad affrontare un’epoca di forti cambiamenti dopo il crollo dell’impero romano d’occidente (476); periodo caratterizzato anche da grossi problemi di convivenza tra pagani e cristiani. Per affrontare questa situazione decise di vivere con radicalità il Vangelo: fu così che abbandonò gli studi a Roma (forse in questo non è da imitare) e si ritirò a vita solitaria a Subiaco. Venne raggiunto da molti compagni che organizzò in 12 comunità e nel 529 si trasferì a Montecassino dove costituì una nuova comunità monastica più nettamente all’insegna della fraternità e per la quale compose la famosa Regola (questa riprendeva largamente un’altra regola diffusa nel monachesimo di allora:
Nelle intenzioni di S. Benedetto
Tuttavia il semplice rispetto della Regola non basta: per vivere secondo il Vangelo è necessario condividere la propria vita con gli altri, vivere in comunità. Gli altri non per forza sono quelle persone con cui scegliamo di stare perché affini e simili a noi, ma anche quelle persone che il Signore ci mette sul cammino.
Infine il rispetto e l’applicazione della Regola comportano alcune importanti conseguenze:
- l’obbedienza;
- il tempo scandito dalla preghiera;
- l’ospitalità;
- il discernimento nelle questioni quotidiane, non ultime quelle economiche.
Concludendo, il primo paragrafo del libretto S. Pagliaroli (a cura di), “San Benedetto; spiritualità e devozioni. Santa Scolastica”, Edizioni Villadiseriane, riassume bene l’importanza di questo santo: “San Benedetto è considerato il padre del monachesimo occidentale. Si deve in gran parte ai numerosissimi monasteri che adottarono la sua regola il fatto che l’Europa fosse penetrata dal nuovo stile cristiano e si formasse una nuova civiltà, diversa dal paganesimo classico e romano, la quale fu detta giustamente Christianitas (pag. 3).”.
Ettore (FUCI Bergamo)
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