Appunti dell'incontro teologico del 29/05/2009
con don Cesare Pagazzi
Il tema che si affronta in quest’incontro è incentrato sull’umorismo di Dio. Dove per “umorismo” non s’intende Dio che racconta le barzellette ma vengono descritti dei tratti presi da alcuni brani della Bibbia che fanno scattare l’umorismo usando l’ironia.
Il primo brano analizzato dalla Bibbia, in cui si trova Dio che sorride, è tratto da Gen, 17 in cui viene narrata la storia di Abramo (in ebraico: אַבְרָהָם, Avraham, "Padre di molti/dei popoli") . Dio si rivela a quest’ultimo promettendogli che tra un anno esatto avrà un figlio da Sara sua moglie e che avrà una discendenza numerosa. Abramo si prostra con la faccia a terra e ride pensando: «Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di novanta anni potrà partorire?…»
In Gen, 18 si presentano tre uomini davanti alla sua tenda (che in realtà sono una persona sola), Abramo capisce che è il Signore, va a prendere dell’acqua per far si che si possano lavare i piedi e li fa accomodare sotto a un albero. Intanto lui entra in tenda dice a Sara di preparare delle focacce, uccide un vitello e ordina a un servo di prepararlo e versa latte fresco e acido; offre il cibo ai tre uomini. Essi gli dissero: “Dove è Sara?” Abramo rispose: “E’ nella tenda”. Il Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara che stava ad ascoltare all'ingresso della tenda dietro di lui. (Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne). Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio». Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma quegli disse: «Sì, hai proprio riso…».
(Il riso di Sara è ironico, in quanto è consapevole di come le cose della sua vita vanno e irride la persona non lo sa).
In Gen, 21 Sara concepisce e partorisce ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo lo chiama Isacco (che significa “Dio ride”).
Il sorriso di Dio nei confronti di Sara è ironico. Il difetto di Sara è quello di presumere di sapere ciò che è possibile e quello che è impossibile anche a Dio.
Morale: Ride bene chi ride ultimo.
Differenza tra ironia e sarcasmo.
L’ironia fa del bene alla persona in causa perché si evita di usare forme che la renderebbero “mostruosa”. Ha lo scopo di ridimensionare. E’ sapere che chi mi contrasta ha anche lui una parte che non è quella che ho in mente io. Coglie l’attimo. Crea relazioni. Chi è dotato d’ ironia sa perdere.
Battuta ironica lodigiana nel gergo dei pescatori: “ Scurta l’inguila” à non fare l’esagerato.
Il sarcasmo fa del male alla persona in causa perché si vedono solo i difetti di quest’ultima.
Il secondo brano analizzato dalla Bibbia è tratto da il 1 Re, 17-19 dove si incontra Elia, grande profeta dal carattere deciso. Tutto il popolo d’Israele ha tradito Dio e si è rivolto ad altri dei idolatrandoli. Elia è l’unico fedele a Dio. Quest’ultimo uccide 800 profeti della regina Gezabele, moglie del re Acab. La regina manda un messaggero a Elia per dirgli che farà la fine dei suoi profeti. Il profeta, impaurito, fugge nel deserto, poi cammina per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb (monte sacro, dove Dio si è rivelato a Mosè).
Arrivato entra in una caverna per passare la notte, quand'ecco il Signore gli dice: «Che fai qui, Elia?» Egli risponde: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita».
Dio gli dice: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Il Signore va via. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce, poi un terremoto, poi ancora un fuoco, ma il Signore non era nel vento, né nel terremoto, né nel fuoco.
Dopo il fuoco ci fu il sussurro di un vento leggero. Elia si copre il volto con il mantello, esce e si ferma all'ingresso della caverna. Ed ecco, una voce che gli dice: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita».
Il Signore gli dice: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo. Io poi mi sono risparmiato in Israele settemila persone, quanti non hanno piegato le ginocchia a Baal e quanti non l'hanno baciato con la bocca». Partito di lì, Elia fece quello che gli disse il Signore.
Dio prende in giro Elia con ironia in quanto quest’ultimo pensa che le cose sono sì importanti ma non decisive e di essere l’unico fedele.
C’è una duplice ironia da parte di Dio:
- gli dice chi sarà il suo successore, ricordandogli di essere importante ma non insostituibile;
- gli rivela che ci sono altre 7000 persone come lui, quindi non è l’unico fedele.
Inoltre Dio si rivela come elemento gentile come una brezza, non forte e impetuoso come vento, terremoto o fuoco, elementi che più assomigliavano a Elia stesso, a cui forse sarebbe piaciuto vedere il suo Dio "scatenato" contro i pagani.
Un altro personaggio della Bibbia che viene paragonato a Elia per il suo carattere forte è Giovanni Battista.
Quest’ultimo predica la venuta del Messia dicendo che: “Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”. (Mt 3, 12).
Intanto Gesù stava assieme ai peccatori.
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». (Mt 11,2-6)
Possiamo trovare ancora un altro lato ironico in Mt 10,29-31 in una frase detta da Gesù:
“Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!”
Dio ci ricorda quanto siamo preziosi, ma l'unità di misura utilizzata è il numero dei passeri, creature piccole e deboli.
Un altro stile che Dio usa per fare umorismo è lo scambio dei ruoli.
Is 44, 28 (secondo libro): Il popolo d’Israele è in esilio, aspetta il Messia (l’unto di Dio). Il profeta Isaia predica dicendo che sta arrivando il Messia. Quest’ultimo è un pagano, è Ciro (Re di Persia).
Dio viene ad aiutarmi sotto le smentite spoglie del pagano. Mi fa del bene sottoforma di chi mi può fare male.
Lc 10,25-37: Parabola del buon Samaritano.
Gv 4,4: Incontro tra Gesù e la Samaritana al pozzo.
L’impuro che salva. I Giudei non avevano buone relazioni con i Samaritani. Si può trovare il bene anche dal nemico.
L’ironia di Dio ha quindi lo scopo di:
- ridimensionare le alte opinioni di sé (non è punitiva).
- rendere attenti a ogni persona, anche al diverso e al nemico, con lo scambio dei ruoli (colui che mi salva può venire sotto mentite spoglie)
Caterina Pezzoni
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