giovedì 25 ottobre 2007

Sul Tempo

S. Agostino d'Ippona


Cari lettori,
avevo pensato di scrivere un breve testo sulla riflessione che sant’Agostino dedica al tempo, nel libro XI delle sue Confessiones. Sicuro che vi avrei tediato a morte ho optato per una soluzione più soft. Ho riassunto brevemente e in modo parziale il pensiero agostiniano sul tempo: i più spericolati possono cercare di trovare un senso nelle parole che ho scritto nel paragrafo a). Chi tiene alla propria salute psichica può direttamente passare al punto b), dove si potrà leggere una breve ma significativa storiella che ho riadattato per l’occasione.
Allora buona lettura.


a) Appare a chiunque chiaro il carattere enigmatico del tempo: che cosa è il tempo? “Se nessuno m’interroga lo so; se volessi spiegarlo a chi m’interroga non lo so”, dice Agostino.

Il tempo, inoltre, non è per nulla stabile. È un continuo scorrere: il futuro finisce nel presente e il presente diventa subito passato. Anzi, possiamo dire che esiste solo il presente. Infatti il futuro non è ancora, il passato non è più. Ma possiamo spingerci oltre: pensandoci bene, ciò che ci è veramente presente è solo un istante. Come è possibile allora parlare di tempo? Come lo percepiamo? Eppure siamo sicuri che esiste visto che lo misuriamo continuamente. Passato, presente e futuro devono pur esistere da qualche parte!

Secondo Agostino il luogo del tempo è l’anima. Il tempo esiste nell’anima come ricordo, come percezione attuale e come anticipazione. Riusciamo a concepire anche i tempi inesistenti (passato e futuro) come esistenti perché ce li rappresentiamo nell’anima. L’anima si distende a raccogliere passato, presente e futuro. Accade come quando recitiamo una poesia a memoria: se pronunciamo una parola, alla memoria sono presenti sia le parole già dette che quelle che ancora si devono dire.
In due parole, secondo Agostino il tempo è distentio animi, cioè un estendersi dell’anima.

b) Siamo sempre di corsa. Il tempo sembra non bastare mai. Allora è necessario utilizzarlo bene.
Un professore di filosofia, per far capire agli allievi il valore del tempo arrivò a scuola con un grosso contenitore trasparente, dei grossi sassi, dei sassolini più piccoli, e della sabbia. Riempì il contenitore fino all’orlo con la sabbia e disse ai ragazzi: ”vedete, se riempissimo la nostra vita di sabbia, che equivale alle cose più frivole e inutili, non ci sarebbe tempo per le cose più importanti, rappresentate dai sassi”. Vuotò il contenitore e lo riempì con i sassi più grossi; quindi aggiunse quelli più piccoli, che cadendo finirono negli spazi tra una pietra e l’altra; infine mise la sabbia, che scivolò nei restanti spazi vuoti. “Siccome il tempo scorre inesorabile, dobbiamo iniziare a riempire la nostra vita con le cose più importanti; per le altre ci sarà sempre posto”, concluse il professore. Un alunno si alzò dall’ultimo banco, si avvicinò al contenitore, aprì una lattina di birra e la versò nel contenitore. La birra fu presto assorbita dalla sabbia. L’alunno allora esclamò: “con qualunque cosa riempiamo la nostra vita, professore, ci sarà sempre tempo per una buona birra”.
Luca Malberti

2 commenti:

Francesco ha detto...

Quella della birra è una storia mitica!!
Se poi è una Guinness.. *_*
Bravo Luca, e bravo Agostino, della cui filosofia non sapevo niente...
a stasera

Max ha detto...

Mitico Luca... il più saggio come sempre...

Posta un commento