domenica 21 dicembre 2008

Siamo Fatti Così: Economia

Prosegue la nostra rubrica "Siamo fatti così" con l'intervento di Luca Malberti, che presenta il suo corso di Laurea in Economia.




Siamo fatti così: Economia


Il denaro è uno strumento di indubbia importanza per la nostra vita e per il contesto sociale in cui viviamo. Ma guardandoci indietro appare evidente come il suo ruolo sia sempre stato basilare per lo sviluppo della società (almeno per quella occidentale) e per offrire nuove possibilità e migliori standard di vita alle persone.


Nell'antichità l’economia monetaria ha sostituito quella fondata sul baratto (che con il passare del tempo è divenuto sinonimo di arretratezza e povertà). Una volta introdotta, la moneta non è più stata abbandonata, salvo venire affiancata da nuovi e sempre più raffinati mezzi di pagamento.

In epoca moderna sono nate le banche, con lo scopo di svolgere l’indispensabile compito di intermediazione finanziaria, ossia di far convergere interessi ed esigenze varie.

E proprio le banche hanno consentito una considerevole accelerazione del progresso tecnologico: denaro e progresso sono inscindibilmente legati, perché solo gli investimenti di banchieri e imprenditori hanno reso possibile l’applicazione di straordinarie invenzioni, che altrimenti sarebbero rimaste astratte idee o inutili prototipi.

L’avanzamento della scienza – marchio della nostra epoca – sembra oggi non avere più limiti; e la struttura economica ne è la condizione di possibilità.


Eppure non possiamo trascurare il lato problematico della questione. In un mondo sempre più avanzato dal punto di vista tecnologico si allarga la distanza fra ricchi e poveri, e aumenta il numero dei poveri. Le crisi e gli scandali sono sempre più frequenti e intensi; tanto che oggi vengono messi in dubbio i dogmi della società occidentale, primo fra tutti il liberismo.

Quale sarà la causa? Azzardo una risposta: forse l’avidità di denaro di pochi, troppo potenti individui, che sacrificano gli interessi collettivi per realizzare solo il proprio utile. Già Poggio Bracciolini nel XV secolo ammoniva a non chiudersi in una economia preoccupata solo del singolo: “Scomparirebbe dalle città ogni splendore, ogni bellezza, ogni ornamento; non più templi, non monumenti, non arti…; l’intera vita nostra e dello stato sarebbe sovvertita se ciascuno si procurasse solo il necessario…”.


Insomma, capire i meccanismi che regolano le dinamiche economiche non è solo necessario per chi voglia lavorare nel settore economico-finanziario. È anche un modo (forse il più autentico, come sosteneva Marx) per capire il mondo in cui viviamo. Motivo in più per studiare economia.


Luca Malberti

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