“Lettere da Milano”
Il carosello degli affari altrui
Ormai non è più possibile, siamo troppo intrisi di notizie, di informazione, di comunicazione, ma bisognerebbe veramente tutti, come si sente spesso dire per strada, spegnere le televisioni, chiudere i giornali, non consultare più tutti i vari social network.
Gli scandali ci sono sempre stati, le notizie piccanti hanno sempre fatto scalpore, ma sono convinto (e penso lo siano in parecchi) che la misura sia colma e che il buonsenso sia stato abbandonato da un pezzo.
Certo, dovere e diritto di cronaca vanno rispettati, e sono sacrosanti, ma dal predicare “un giornalismo all’inglese” si è passati ad attuare un più folkloristico giornalismo all’italiana, proponendo i particolari degli scandali piuttosto che la sostanza delle questioni; come se fossimo tutti morbosamente interessati a scoprire cosa succede nei letti dei personaggi pubblici.
Magari non tutti, ma se ad ogni notizia piccante le vendite dei giornali e gli ascolti degli approfondimenti televisivi impazziscono, parecchi probabilmente muoiono dalla voglia di curiosare.
Un calciatore, una velina, obiettivamente possono fare ciò che vogliono, e a noi non importa più di tanto.
Quando però in gioco come personaggio pubblico c’è un politico, eletto democraticamente, è distinzione da farsi.
Ci interessa, deve rendere conto a chi gli ha dato mandato, soprattutto se le sue azioni si scontrano violentemente con i valori sventolati come bandiera in campagna elettorale, senza distinzioni di colore o partito.
Andrea Ripamonti
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