venerdì 24 dicembre 2010

4° Teologico: la SPERANZA

Appunti dell'incontro Teologico del 17/12/2010 con Don Cesare Pagazzi

La speranza è la virtù più difficile e misteriosa da trattare.

Quest’ultima è legata alla fede e alla carità e di queste è la “prova del nove” (esempio: Compi pochi atti di fede e di carità domandati se hai speranza).

La speranza è ciò che permette la buona educazione e il rispetto, è la forza (e ce ne vuole tanta) di chi non si lascia sconfiggere dalle proprie paure e dai propri pensieri cattivi.

Bisogna non far decidere dalla paura e dai pensieri cattivi, ciò che è possibile e ciò che è impossibile.
Anche Gesù davanti alla propria morte, aveva paura, lo racconta l’evangelista Marco nel suo Vangelo.

La speranza è simile all’agape, è la capacità di cercare un valore a una persona giudicata cattiva, nemica o che hai idee diverse dalle nostre ( es. Gesù e Zaccheo). Il valore cercato è il valore sperato.

La speranza è attribuita:

  • all’aspettare qualcosa;

  • all’avere fiducia;

  • alla forza che si prova sotto sforzo e che se non esercitata, la si può perdere;

  • al miracolo (oggetto del desiderio della speranza).

Un poeta francese, Charles Péguy (1873- 1914) scrive nella poesia “Il portico del mistero della seconda virtù”:

“Dice Dio, la fede non mi sorprende. La carità non mi sorprende. Ma la speranza, dice Dio, la speranza, sì, che mi sorprende perché gente che non avrebbe motivo di sperare, spera.”

La parola “sorprendere” deriva dal francese e significa “prendere dall’alto”.

Bisogna imparare a sorprenderci non soltanto dei bei momenti passati o dei buoni propositi che ci prefissiamo ma di quello che sta accadendo nella ferialità/ quotidianità.

Inoltre abbiamo bisogno di gente che ci lascia sorprendere.

Chi non ha speranza, è una persona disperata; è affaticata ed esaurita a tal punto da sembrare umile.

Il disperato è:

  • un terribile calcolatore;

  • colui che si tarpa le ali per qualsiasi sorpresa buona o cattiva;

  • una persona presuntuosa;

  • colui che non sa aspettare;

  • colui che dice: “Non c’è più nulla da attendere perché quello che doveva accadere, è avvenuto”.

Invece per credere bisogna saper aspettare!!! Se non mi aspetto più nulla, non mi fido di nessuno.

Dio è Colui che accende in noi la speranza.

Il nostro Dio, è il Dio dell’impossibile, ce lo fa capire: l’inizio, l’ Annunciazione (“Allora Maria disse: “ Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. (Lc 1, 34-37)) e la fine della vita di Gesù ( Abbà, Padre! Tutto è possibile a te).

Caterina Pezzoni



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