Appunti dell'incontro Biblico con Don Cesare Pagazzi
In questa puntata Giuditta frena gli anziani, chiedendo loro di non arrendersi. Ed ecco che adesso scende in campo il più “potente” degli eserciti dei figli di Abramo… Giuditta stessa.
Impressionante la modalità con la quale lo scrittore di questo libro descriva Giuditta, anteponendola ad Oloferne; il più indomito e feroce dei generali di Nabuccodonosor, talmente forte che nessuno riesca a tenerli testa, Giuditta… così bella da conquistare tutti gli uomini, eserciti compresi.
Ella infatti si prepara allo scontro mettendo in campo quelle che sono le sue “armi femminili”, si lava, si profuma e si pettina, indossa le vesti più belle e gioielli più sfarzosi.
E ora va immaginata la scena: le porte della città assediata si aprono, e scende dall’altura verso l’accampamento nemico, in compagnia della sola ancella. Non come una vittima inerme che si vende al nemico, ma come un esule che ammette l’inevitabilità della sconfitta e chiede protezione.
Tutti gli uomini dell’esercito al suo apparire sono conquistati, e la scortano in forze alla tenda di Oloferne.
Va sottolineato il rischio nel quale si è inoltrata entrando in un accampamento armato, brulicante di uomini che non vedevano una donna da mesi. Ma nessuno di questi le fa violenza. C'è da chiedersi:
Perché altrimenti il racconto non finiva come sappiamo?
O perché aveva forza d’animo, dignità e fermezza tali da riuscire a tener testa a chi chiunque le si parasse d’innanzi?
Da parte mia preferisco la seconda.
A queste sottolineature va fatto riferimento agli appunti precedenti, nei quali si incarni la Giuditta la salvezza di Israele, pur essendo una samaritana, una regione considerata eretica e quasi nemica al regno di Gerusalemme.
L’incontro è continuato su disquisizioni inerenti alla bellezza, intesa come:
- Qualcosa di vitale, cioè che fa esprimere il meglio di sé
- Che faccia espandere la persona che intessi e rafforzi i legami, non a inibirli
- La definizione di estetico: non inteso come bello nel senso moderno, ma sensoriale, concreto, qualcosa che si esprime e percepisce.
- La donna intesa come ”carta di identità” di un popolo.
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