domenica 5 ottobre 2008

Nostra sorella fiducia

Tuffo fiducioso nell'acqua
impenetrabile d'un oasi nel Neghev


È mattina presto: tra le persiane filtra solo la grigia alba nuvolosa di un mattino d'autunno. E sai che fuori dai risicati confini dalle tue lenzuola, pronto t'aspetta il freddo: dispettoso s'insinuerà sotto il pigiama per svegliarti.

Perché alzarsi? “Il dovere chiama”. Sì, ma da quando il semplice dovere ha mosso qualcosa? Che ha il dovere di tanto ineluttabile? Da solo, poveretto, non ha futuro: se pensassimo che qualcosa che dovremmo fare fosse completamente e assolutamente sbagliata o fallimentare, la faremmo ancora? O non è forse qualcos'altro che ci aiuta, ci spinge ad assolvere i nostri doveri?

L'amore? Anche, ma forse è già un passo più avanti: se pensassimo che qualcosa fosse dannoso per chi amiamo, la faremmo? Cerchiamo più in profondità, e potremmo trovare...

...la Fiducia. Non è forse lei che ci sussurra ammiccante che il sacrificio potrebbe dare dei risultati? Che la giornata sarà degna di essere vissuta? Che anche ciò che sembra impossibile potrebbe funzionare?

È strana, la fiducia: si nutre di incerti condizionali, di fumosi futuri, di improbabili schiarite. Cresce con poco e non muore mai. Ogni tanto viene colta in pieno viso da un rovescio della fortuna, o da un tradimento; accusa il colpo, si ferma un po' e poi riparte, inarrestabile. Ineluttabile. Niente da fare, la fiducia l'abbiamo dentro di noi, scrollarcela di dosso non possiamo, finché vogliamo vivere.

Di solito la dimentichiamo, però. Occorre un'accortezza non da poco per saperla cogliere nei piccoli particolari del quotidiano, quelli che sono tanto impregnati di praticità da render perfino ridicola l'idea di dedicar loro un pensiero. Eppure, concentrandoci appena, possiamo scoprire come ogni nostro gesto porti con sé un immane requisito: la fiducia nella possibile, per quanto remota, sua riuscita. O almeno in qualche benefico effetto collaterale. Altrimenti non faremmo niente.

Dunque la fiducia è presente nella nostra vita in maniera non solo capillare, ma pratico: non è qualcosa di alto, astratto, fluttuante nel vuoto d'un mondo delle idee. È concretamente ciò che ci fa muovere. Non ce ne accorgiamo solo perché, come per un rumore di sottofondo, siamo abituati alla sua presenza; un po' come col battito del cuore.

Interessante è che si può proseguire in questa carambola di parole sulla vita, approdando a lidi ben più altisonanti e per questo un po' trascurati, messi a prender polvere in una vetrinetta. Cos'è infatti la fede, se non fiducia? In Dio, ma sempre fiducia. Ciò che ci fa alzare la mattina per guadagnar la paga d'una giornata e ciò che ci fa dire che Gesù è il Cristo e il Risorto: lo stesso sentimento.

È meraviglioso, e sapiente da parte del Creatore, che il modo di credere in Lui non sia un qualcosa d'estraneo alla nostra vita, ma al contrario ne sia il profondo motore, il ritmo cardiaco che ci fa andare avanti e nel quale siamo così esperti proprio perché viviamo. Tutto ciò che serve è di affidarci a Lui, poi lo Spirito ci metterà lo zampino, provvedendo a conservare la fiammella della fiducia. Che resterà lì, in attesa del carburante che vorremo dargli, pronta a diventare fiamma viva, vivificante e calorosa per tutti gli uomini.


Francesco Grossi

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