sabato 19 novembre 2011

1° Biblico: Genesi

Creazione della luce. Illustrazione di Gustave Dorè


Differentemente da quanto si può pensare, la genesi non è stato il primo libro della scrittura ad essere stato redatto.

All'inizio della storia di Israele l'attenzione era focalizzata più che altro sulla storia dell'alleanza tra Dio e Israele stesso; tant'è vero che i primi libri ad essere scritti furono di carattere storico.

Intorno al 6° secolo a.c. Israele subì la cattività babilonese. Fu un periodo molto critico: l'aver subito una sconfitta da una potenza straniera che adorava un altro dio, Marduk, mise in crisi la fede in YHWH.

Come in tutte le relazioni, per far fronte a un momento di crisi vi è la necessità di riflettere sull'inizio della relazione: nell'inizio vi è il senso della relazione stessa. Ed è proprio quello che fece Israele. La memoria della liberazione dall'Egitto, e il ricordo della potenza scatenata da YHWH, fece nascere un interrogativo: non è che colui che ci ha liberato dalla schiavitù è anche colui che ha creato il mondo? Come il bambino che si chiede se coloro che lo nutrono, lo proteggono, lo amano non siano anche gli stessi che lo hanno generato.

Interessante osservare che la lettera con coi inizia il capitolo 1 della Genesi è la (beth).

Una parabola (aggadà) racconta, così, di una lunga e accesa discussione fra tutte le lettere dell'alfabeto ebraico, ognuna delle quali rivendicava il proprio diritto di iniziare la Bibbia. La scelta cadde, infine, sulla seconda lettera dell'alfabeto, la beth; la Bibbia inizia, infatti, con la parola "Bereshit", "in principio". Apparentemente, sarebbe stato forse più logico riservare questo onore alla prima lettera dell'alfabeto ebraico, la alef. Sempre secondo questo racconto, la alef si lamentò con Dio per questa ingiustizia, infatti poi Dio le rispettò l'onore di essere la prima lettera della legge. Ogni lettera vive di vita propria. Questa storia ci dice, anche, che la lettera beth è aperta in avanti (ricodiamo che l'ebraico si legge da destra verso sinistra) e chiusa dagli altri tre lati: questo per insegnare che l'uomo deve guardare davanti a sé, e non sopra, sotto o all’indietro; l'uomo si deve occupare dei problemi concreti di questo mondo e non di questioni astratte.

Inoltre, la lettera beth deriva dall'antichissimo alfabeto lineare, usato nel Sinai più di 3.500 anni fa, a sua volta derivato dal geroglifico, in cui il suono [b] era rappresentato da una casa: è come se la scrittura ci stesse dicendo che dio creando il mondo, in realtà sta costruendo una casa.

Dopo la riflessione effettuata, Israele si rende conto che YHWH è il Dio creatore, ma ai tempi, nella tradizione ebraica, non esisteva una mitologia della creazione: quindi Israele si rifà alle mitologie delle popolazioni limitrofe.

In genere, le popolazioni mesopotamiche, si immaginavano che all'inizio tutto fosse acqua, tutto fosse caos. Al centro di questo abisso venne posto un disco: la terra. Agli estremi di questo disco vennero posti due pilastri, le montagne, e su questi pilastri venne posto il firmamento. Infine, al disotto del disco vennero posti gli inferi.

Ma adesso passiamo ad una analisi più accurata dei primi versetti del testo.

Genesi 1, 1-5

In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

Versetto 1,2

Il termine ebraico מְרַחֶ֖פֶת nel testo biblico è stato tradotto come "aleggiare", ma è anche possibile tradurlo come "covare". Quindi l'immagine evocata è quella di una gallina che cova le uova. E' come se Dio covasse sul caos primordiale da cui creerà il mondo!

Versetto 1,3

La prima azione che Dio compie è parlare (infatti, Gesù è il Verbo fatto carne, è la sua parola). Chi parla permette agli altri di fare la sua conoscenza. Il discepolo di questo Dio sa parlare e sa raccontare: sa dare il giusto peso alle cose!

Dio non chiede: Dio comanda! Un comando equivale a una norma, quindi Dio crea normando! Senza la norma non c'è niente! L'esempio più lampante di ciò è il gioco: se non si rispettano le regole del gioco si ha già finito di giocare! Tutto ciò fa nascere una riflessione: in che rapporto sono con le norme?

La prima cosa che Dio crea è la luce. La luce vive di un grandissimo mistero: è la cosa che assomiglia di più a YHWH. La luce permette di vedere tutto ciò che "tocca" senza mai far vedere se stessa, la luce è discreta! Il buio invece fa vedere solo se stesso, è egocentrico! Di conseguenza, se la gente si accorge troppo di me sono una persona buia, se invece sono discreto sono come la luce!


La seconda azione di Dio è l'azione di vedere! E non solo vede, ma vede le cose buone! Dio stima le cose, ha fiducia nelle cose!

Interessante che il termine greco che indica l'amore più alto, agape, in realtà voglia dire "rendere i dovuti onori, apprezzare, stimare e per ciò essere disposti a pagare un prezzo"! Dio è uno che stima, e inizia a stimare fin dalla prima pagina della scrittura.

Credere in un dio creatore è anche credere in un dio capace di stimare!

Io stimo? So stimare? Se non si è in grado di stimare occorre tornare al principio delle cose, e qui si scopre che chi ha fatto il mondo è uno che stima!

Il fatto che Dio stimi è talmente importate che ciò, nel capitolo 1, è ripetuto per ben sette volte!


Christian Bologna

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