In principio la terra era un deserto informe e tenebroso, interamente ricoperto dalle acque. Per cominciare a dare forma alle cose Dio opera delle distinzioni, delle separazioni. La prima distinzione è temporale e consiste nel separare il giorno dalla notte, successivamente (seconda separazione) Dio inserisce il firmamento, che viene immaginato come una lastra con fissate le stelle, per separare le acque del cielo e le acque della terra. Come terzo intervento Dio separa le acque sotto il firmamento e crea la terra asciutta; da quel momento la terra è sempre minacciata dal mare tanto che nel vangelo si legge spesso di Gesù che cammina in riva al mare, come un cane da guardia che vuole impedire alle acque di ricoprire nuovamente la terra. A questo punto Dio crea piante e animali, ciascuno secondo la propria specie (quarta separazione). Infine crea l’uomo, maschio e femmina e a immagine di Dio, è importante sottolineare come l’immagine di Dio non sia completa solo nel maschio o nella femmina ma solamente nell’unione dei due.
In pratica tutta la creazione è una separazione, alla nostra stessa nascita noi, uscendo dalle acque, siamo separati dalla nostra mamma; la separazione è “un’operazione chirurgica” che da origine a tutte le cose. Molto significativo è il fatto che la parola “decidere” sia sinonimo di “separare da” perché ad esempio se decido di andare a nord mi separo dalla possibilità di andare a sud. Decidere è fondamentale nella nostra vita, spesso tendiamo a rimandare le decisioni per non dover escludere nessuna possibilità, tuttavia se compio una scelta sbagliata posso vivere male ma ho sempre la possibilità di cambiare, se non decido mai non comincerò mai a vivere. Decidere è portare avanti l’opera di Dio.
Oltre a parlare, il nostro è un Dio che vede, guarda le cose che ha creato e le vede buone, essere a immagine di Dio significa anche vedere il bene negli altri e non esserne invidiosi. Dio vede che le cose create sono buone, belle, ma al momento di giudicare l’uomo si esprime in modo sgrammaticato, definendola una cosa MOLTO BELLISSIMA, come se una tale meraviglia fosse una sorpresa anche per Lui. Il nostro è un Dio che si sa stupire e questo vuol dire che è sempre pronto a vedere in tutti noi qualcosa di buono che sicuramente prima o poi si verificherà.
Interessante è il versetto 29, in cui Dio stabilisce che la dieta debba essere vegetariana, solamente dopo il diluvio Dio concederà agli uomini, ormai peccatori, di mangiare la carne. Un richiamo a questo versetto si ha nel vangelo, infatti si dice che Giovanni Battista mangiava solo miele e cavallette; tuttavia la parola greca per “cavallette “ si può tradurre anche con “legumi”, quindi probabilmente il Battista era vegetariano e si voleva distaccare dall’umanità peccatrice; il fatto che Gesù invece mangia di tutto indica che non vuole distaccarsi dalla situazione dell’uomo.
Nel racconto della creazione dell’uomo si legge che Dio plasma l’uomo dal suolo, l’uomo è una parte del mondo e non si deve considerare distaccato da esso. Le cose sono fondamentali per la vita dell’uomo, toccandole ci impongono dei limiti, ci resistono, in questo modo riusciamo a sentire che ci sono e al contempo sentiamo che anche noi ci siamo. Spesso si usa la frase “mi tratti come una cosa” in senso negativo, tuttavia se io prendo a testate il muro mi faccio male io, mentre spesso si può trattare le persone a proprio piacimento. Dovremmo imparare dalle cose e dal nostro corpo, con le nuove tecnologie adesso è possibile avere 5000 amici, ma se ascoltassimo il nostro corpo capiremmo che non è così perché non è fisicamente possibile; possiamo essere ovunque in ogni momento, ma se ascoltassimo il nostro corpo capiremmo che siamo qui, non in America. La nostra religione è fortemente materialista, siamo fatti di terra, reale, consistente e per questo trascendente.
Dio crea l’uomo con un bacio, con una respirazione bocca a bocca, e in questo modo gli soffia dentro l’anima, che non è qualcosa di spirituale ma piuttosto il respiro, il fiato proprio di ogni essere vivente.
Dio mette l’uomo in un giardino affinché coltivi la terra come per ribadirgli di stare attaccato al suolo, alle cose, perché grazie ad esse l’uomo può capire chi è. Ai giorni nostri tendiamo a staccarci dalla terra, dalle cose materiali utilizzando ad esempio il web per fare molte cose tutte assieme, seduti in casa propria, cose che un tempo dovevamo fare di persona uscendo di casa.
Dio non vuole che l’uomo sia solo, quindi plasma dalla terra gli animali e li conduce all’uomo perche gli dia un nome, gli concede di fare una cosa degna di Dio, dare un nome alle cose, come Lui aveva dato il nome alle sue creazioni (luce, tenebra …). Tuttavia Adamo non trova una creatura simile a lui, Dio allora lo addormenta, non solo per prendergli la costola da cui creerà Eva, ma anche perché nessuno può essere testimone di un fatto così grande come la creazione. Anche in altri momenti Dio addormenterà i presenti a un miracolo grandioso, ad esempio alla resurrezione di Gesù i soldati dormiranno. Creando la donna Dio compie una nuova separazione; il rapporto con gli altri è gioia, ma è anche dolore, per vedere la diversità è necessario soffrire e se non hai mai sofferto probabilmente non hai mai conosciuto veramente un altro.
A questo punto Dio conduce Eva per mano fino ad Adamo, così come un padre che conduce la figlia al matrimonio e la consegna allo sposo; come un padre che, orgoglioso, dice allo sposo “Ti piace vero? L’ho fatta io”, “Trattala bene, perché l’ho fatta io”. Questo racconto ricorda la storia con cui Platone presenta la creazione di uomo e donna: inizialmente erano un’unica entità che è stata divisa in due perché gli dei erano invidiosi della loro potenza. Mentre i greci vedevano questa divisione come una punizione, la religione ebraico-cristiana la vede come una cosa buona, pensata da Dio già in principio. Le parole usate nella genesi quando Dio porta Eva da Adamo mostrano come l’attrazione porta una donna fuori dalla casa di suo padre verso l’uomo che Lui le indicherà, dopo una separazione ci sarà quindi un’unione più forte che mai, diventeranno una sola carne.
In principio tutti e due sono nudi, tuttavia non se ne vergognano perché non sentono il bisogno di difendersi dagli sguardi ma si mostrano così come sono, con i punti di forza e i difetti. Il bisogno di coprirsi può essere nato o dall’aver provato uno sguardo cattivo o dal fatto che il nostro stesso sguardo sia cattivo e ci aspettiamo che anche gli altri si comportino con noi allo stesso modo.
Per spiegare meglio il fatto che Dio si stupisce, in seguito a una domanda, è stato fatto il paragone con una coppia di fidanzati. Entrambi sanno che il loro amore è ricambiato, tuttavia non si stancano mai di chiedere “mi ami?”, “Quanto mi ami?” perché piace sentirlo dire, magari sperando che lo esprima in un modo diverso dal solito. Anche Dio si stupisce ogni volta, questo perché il legame che Dio vuole con noi deve essere una storia, e una storia deve stupire altrimenti non ci può essere alcun legame.
Giulio Malacarne
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