Internet, ovvero reti interconnesse. Se oggi, nell’epoca della globalizzazione, dobbiamo pensare a qualcosa che esprima un’essenza veramente globale, probabilmente non avremmo dubbi a citare internet. Perché internet è una rete di computer veramente mondiale, capace di sfruttare una “lingua” comune, il protocollo TCP/IP, perché permette di comunicare in modo semplice e rapido, perché è il mezzo che ci fa restare in contatto con il resto del pianeta, che apre finestre su posti che prima sembravano lontanissimi e ora sono sempre a portata di mouse… Nata negli anni ’60, nel ristretto mondo delle università americane, si è poi sviluppata in modo rapidissimo negli anni ’80 e ’90, fino a diventare lo strumento che oggi conosciamo.
Internet è innanzitutto l’emblema del cambiamento del modo di comunicare e di rapportarsi agli altri: dal telefono, ai messaggi, alla chat, alla videochiamata, si va verso forme di comunicazione sempre più complesse e al tempo stesso più facilmente fruibili. Grazie alla banda larga ognuno può navigare rapidissimo ed essere connesso ogni volta che ne ha bisogno, avendo sempre a disposizione tutto ciò che la rete offre, mentre il futuro (basti pensare allo smartphone) ci porta sulla strada della connessione permanente: mai da soli, sempre in rete, sempre a contatto con il resto del mondo. Il web 2.0, il “secondo passo” di internet, rende addirittura l’utente protagonista, coinvolgendolo direttamente nella creazione dei contenuti del web.
Internet offre dunque tantissime possibilità, ma insieme solleva domande di non poco conto. Per esempio, esiste il problema del download illegale dei file, che i programmi peer to peer rendono possibile con sforzi minimi: è moralmente giusto scaricare contenuti coperti da copyright senza pagare, sapendo che difficilmente si verrà perseguiti per la propria azione (che è comunque vietata dalla legge)? E la colpa è di chi scarica o di chi mette a disposizione film, musica e file di altro genere? Oppure si può discutere dell’opportunità di scrivere cose strettamente personali sui social network, perché si tratta di programmi che invitano a comunicare sempre di più l’utente, ma che lasciano una traccia personale accessibile a chiunque. E allora come dobbiamo considerare i social network: luoghi pubblici o privati? E, ancora, ci si può chiedere quanto siano affidabili le informazioni che si trovano sul web, data la mancanza di centralizzazione. Il fatto che esista una pluralità di fonti è una debolezza, oppure internet è in grado di esprimere un tale autocontrollo da trasformare questa caratteristica in un punto di forza? Queste sono solo alcuni dei dubbi che l’utilizzo di internet sollecita. Ma la riflessione è appena all’inizio…
Luca Malberti
Nessun commento:
Posta un commento